Nazionale

Gli ori di Zanardi come un’ode di Pindaro

Forse è il nostro campione numero uno. Per come vince, per come perde, per come parla. E sì perché di Alex Zanardi affascinano le imprese sportive con il suo “ciclone”, ma anche quei pensieri che tirano fuori il meglio di noi stessi e del mondo. Per chi ha frequentato, anche solo di sfuggita, i libri che raccontano le Olimpiadi dell’Antichità, si potrebbe provare un paragone con Pindaro. Che non conquistava successi, ma celebrava con le sue odi i successi dei campioni del tempo. Alex da Bologna non pensa a se stesso, ma a dare un messaggio che possa mettere addosso agli altri la voglia di muoversi, di crederci, anche quando magari tutto ti rema contro. L’incidente di 15 anni fa in auto sembra aver moltiplicato il suo entusiasmo. Ecco, per esempio, il modo con cui ha interpretato la famosa e controversa frase di De Coubertin sull’importanza del partecipare. Ecco l’Alex pensiero: “Si chiamano Giochi Paralimpici. Giochi è giocare, no? E allora devi essere strafelice se vinci, ma devi essere contento pure se perdi”.

Perde poco Alex, per la verità. Ma quando lo fa, ha sempre il sorriso sulle labbra. A Rio, ha vinto la prova a cronometro e la staffetta, è stato d’argento nella prova in linea individuale. A 50 anni, è un record di “durata”. Ma la sua vita è un vulcano in eruzione e la “lava” è sempre di prima qualità. E così eccolo ironman nel triathlon o tornare a gareggiare in macchina. E poi il nuovo libro e quel desiderio di raccontare e raccontarsi, la filosofia di uno sport a misura d’uomo: “Se mentre stai facendo fatica non provi anche gioia, significa che stai seguendo più la tua ambizione che la tua passione”.

Carriera finita vista l’età? Ma che, scherzate? Zanardi non ha alcuna intenzione di mollare, come se la carta di identità per lui fosse carta straccia e quei 50 anni potessero bellamente essere ignorati. Certo, prima o poi bisognerà dire basta. Ma sarà un basta condizionato perché nel cuore e nella testa di Alex, ci sarà sempre un nuovo progetto, una nuova strada, un’altra dimostrazione di questa fantastica voglia di vivere che l’incidente di 15 anni fa non ha ridotto, ma anzi, incredibilmente aumentato.